Territorio e Associazionismo…un incontro di “naturali interessi”

Il Territorio è da sempre “patrimonio” dalle locali “comunità” che ne dovrebbero curare la tutela, la salvaguardia, la protezione, lo sviluppo, l’autonomia…etc.

Ma nel tempo il loro stato di conservazione, per garantire le condizioni utili e sicure alla presenza dell’uomo, alle sue attività e all’ organizzazione sociale comune, si è limitato solo a continue azioni di “contenimento” degli improvvisi stati di criticità o verificatisi o probabili a potersi verificare.

Infatti da un po’ di anni, per molteplici motivi, l’intero territorio nazionale è interessato da fenomeni, spesso anche molto gravi, di dissesto idrogeologico. Frane, allagamenti, esondazioni etc…sempre più frequentemente si presentano causando danni e alterazioni agli equilibri naturali.

E’ questo il tema a cui “FR&DA”, come associazione di interesse ambientale, nell’anno 2018 ha rivolto maggiori attenzioni ed energie, programmando, per aree campione, studi e ricerche.

La metodologia sviluppata e sperimentata con una adeguata simulazione, prevede di:

  1. censire le “opere idraulico-forestali” tradizionali realizzate per una “catalogazione” di dati relativi all’anno di intervento, alle tipologie realizzate, ai materiali adoperati etc….;

  2. stimare e verificare l’efficacia dell’opera, la attuale efficienza, lo stato di conservazione.

Tali risultati consentiranno l’elaborazione di programmi ed azioni per il recupero, ripristino, ampliamento, ri-ammodernamento e/o innovazione di quanto, nelle esperienze del tempo, ha già egregiamente funzionato.

Un approccio progettuale per proteggere il territorio dal rischio idrogeologico a basso impatto sull’ambiente sia in ambito locale che a livello di bacino. Un metodo di gestione del bacino idrografico che mira ad individuare le opere necessarie al contrasto dei fenomeni erosivi, che si realizzerà mediante modelli di intervento che si rifanno alle sistemazioni idraulico-forestali così da ridurre, in tempi relativamente brevi i rischi a carico dei versanti e delle infrastrutture a valle.

Altri “attori”, istituzioni sia italiane che estere – tutte di “area mediterranea”, hanno aderito all’idea progetto diventando partner di “FR&DA”,estendendo così l’area geografica di lavoro con siti di diversa natura pedoclimatica e socio-economica ma con problematiche similari.

Per cui i territori finora coinvolti diventano: a) in Campania: l’area stabiese-sorrentina, che comprende l’intera Penisola Sorrentina e la dorsale dei Lattari; b) in Puglia: l’Appennino Dauno ed il sistema collinare apulo-lucano; c) in Sicilia: l’area pedemontana di Partinico.

Oltre queste aree sono interessati gli ambiti territoriali dell’Albania meridionale, dell’Epiro e dell’Andalusia.

Tutto ciò definisce un percorso di “nuovo equilibrio territoriale”, che si realizza in un’ottica minimalistica, graduale e coerente con i principi dello sviluppo sostenibile (ingegneria naturalistica, conservazione della natura, basso impatto ambientale, difesa degli habitat e degli ecosistemi, tutela delle specie autoctone, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili….).

L’adesione al programma dei Partners istituzionali (Università, i Comuni interessati, Associazioni, Imprese, ecc.), garantisce il rispetto dei “caratteri ispiratori” del progetto; la sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica, il rispetto della rete ecologica esistente, il potenziamento tecnologico, l’uso delle tecniche naturalistiche, la sicurezza e la valorizzazione del territorio nel rappresentare gli obiettivi prioritari costruirà, per il futuro, una richiesta di professionalità adeguate e formate a rendere la “manutenzione territoriale” di medio/lungo periodo ai territori, rappresentando concrete e durature ricadute occupazionali.

In conclusione, un approccio pedologico-idraulico-forestale nato dall’esigenza di pervenire ad un nuovo equilibrio delle aree in pendio che renda stabilità con ampi margini di resilienza, onde ridurre sensibilmente dissesti ed erosioni in tempi relativamente brevi.